Detroit, 1995. Jimmy “B-Rabbit” Smith Jr. (Eminem) non se la passa bene: vive in un camper con la madre alcolizzata Stephanie (Kim Basinger) e il suo insopportabile compagno Greg (Michael Shannon). Il ragazzo si guadagna da vivere partecipando a sfide a colpi di musica rap, nelle quali deve cercare di vincere l'imbarazzo di essere l'unico partecipante bianco.

Film creato per accompagnare l'ascesa del rapper Marshall Bruce Mathers III, in arte Eminem, 8 Mile non eccede in egocentrismi o parentesi narcisiste per esaltare la figura del protagonista, ma racconta una storia, liberamente ispirata sulla sua vita, che è uno spaccato sociologico ambientato in una Detroit degradata che non sarebbe potuta essere rappresentata con maggiore coraggio. Le battaglie rap ricordano gli scontri di pugilato e alcune scene, come il rogo della casa, mostrano il lato più umano della sceneggiatura di Scott Silver. Peccato però che si esageri col vittimismo e, con il passare dei minuti, si ha la sensazione che il copione si faccia meno spontaneo e decisamente più studiato a tavolino. Eminem recita intensamente, ma finisce spesso per cascare negli stereotipi a cui la sua figura è maggiormente legata. Oscar per la migliore canzone originale (Lose Yourself).
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