L.A. Confidential
L.A. Confidential
Premi Principali
Oscar alla miglior attrice non protagonista 1998
Golden Globe alla miglior attrice non protagonista 1998
Durata
138
Formato
Regista
1952. L'ambizioso tenente Ed Exley (Guy Pearce), il tormentato agente Bud White (Russell Crowe) e il sergente detective Jack Vincennes (Kevin Spacey) si trovano a lavorare fianco a fianco, ciascuno secondo i proprio (labili) principi, su un intricato caso di pluriomicidio nel torbido ambiente malavitoso di Los Angeles. Exley segue gli indizi fino a innamorarsi della prostituta Lynn (Kim Basinger), sosia di Veronica Lake, che è però già l'amante di White.
Un cast in gara di bravura, una impeccabile fotografia d'atmosfera (Dante Spinotti), un'ottima ricostruzione scenografica che permette di "respirare" l'aria dell'epoca, una regia attenta ed elegante, una accattivante sceneggiatura (Brian Helgeland e Curtis Hanson), tratta dall'omonimo romanzo di James Ellroy. Tutti gli ingredienti sono dosati con maniacale diligenza, forse troppa: un'operazione cinefila che trae linfa vitale dallo sguardo nostalgico con cui omaggia la stagione d'oro del noir classico, senza riuscire a trovare una propria autonoma cifra stilistica in grado di aggiornare i topoi del genere alla contemporaneità. Una scrittura più secca e asciutta avrebbe sicuramente giovato alla messa in scena del complesso intreccio della vicenda. Notevole, in ogni caso, lo studio di caratteri, con i tre protagonisti che incarnano tutte le ambiguità e le storture della società americana. Un neo-noir seducente e affascinante ma eccessivamente studiato a tavolino. Due Oscar (Kim Basinger e sceneggiatura non originale), più altre sette nomination (tra cui miglior film e miglior regia). Presentato in concorso al Festival di Cannes.
Un cast in gara di bravura, una impeccabile fotografia d'atmosfera (Dante Spinotti), un'ottima ricostruzione scenografica che permette di "respirare" l'aria dell'epoca, una regia attenta ed elegante, una accattivante sceneggiatura (Brian Helgeland e Curtis Hanson), tratta dall'omonimo romanzo di James Ellroy. Tutti gli ingredienti sono dosati con maniacale diligenza, forse troppa: un'operazione cinefila che trae linfa vitale dallo sguardo nostalgico con cui omaggia la stagione d'oro del noir classico, senza riuscire a trovare una propria autonoma cifra stilistica in grado di aggiornare i topoi del genere alla contemporaneità. Una scrittura più secca e asciutta avrebbe sicuramente giovato alla messa in scena del complesso intreccio della vicenda. Notevole, in ogni caso, lo studio di caratteri, con i tre protagonisti che incarnano tutte le ambiguità e le storture della società americana. Un neo-noir seducente e affascinante ma eccessivamente studiato a tavolino. Due Oscar (Kim Basinger e sceneggiatura non originale), più altre sette nomination (tra cui miglior film e miglior regia). Presentato in concorso al Festival di Cannes.