Elio

Elio è un ragazzino di undici anni, che ha perso i genitori e vive con la zia. Quest’ultima è impegnata nella direzione di un progetto militare top-secret e si troverà a decodificare uno strano segnale giunto dallo spazio: non può immaginare che dietro quel messaggio ci sia proprio suo nipote, disposto davvero a tutto pur di farsi rapire dagli alieni e iniziare con loro una nuova esistenza. 

Tre anni dopo Lightyear – La vera storia di Buzz e ben diciassette dopo WALL•E, la Pixar torna nello spazio per dare vita a un racconto di formazione dedicato a un orfano pronto a esplorare altri mondi per trovare un senso alla sua esistenza. Le basi della sceneggiatura non sono certo molto originali, così come sono piuttosto prevedibili le conseguenze delle disavventure del piccolo Elio, ma miracolosamente il film riesce comunque a intrattenere piuttosto bene, grazie a un efficace apparato visivo e a un ritmo che si mantiene alto dall’inizio alla fine. Non mancano momenti sinceramente commoventi in questo generoso lungometraggio, capace di scavare in profondità nei tanti (forse anche troppi…) temi di cui va a parlare: dalla perdita dei genitori al bullismo, dalla solitudine alla necessità di avere degli amici, Elio accumula molte riflessioni e, seppur con qualche difficoltà lungo il cammino, riesce comunque a mantenere un delicato equilibrio tra i vari argomenti trattati. Funzionano i personaggi in scena e sono a loro a dare vita a un prodotto sicuramente non memorabile, ma comunque emozionante e realizzato con buonissima cura. Alla regia c’è l’esordiente Madeline Sharafian insieme a Domee Shi, regista che aveva già firmato per la Pixar il film Red, prodotto che metaforizzava in maniera diversa il tema dell’arrivo della pubertà, ma che ha in comune con Elio la capacità di trattare con la stessa delicatezza un periodo difficile come quello della pre-adolescenza.