Il figlio di Hamas – The Green Prince

Cresciuto in Palestina, Mosab Hassan Yousef ha da sempre sviluppato una totale avversione nei confronti di Israele. Dopo aver assistito ai brutali metodi di Hamas, però, matura un'inaspettata conversione che lo porterà a essere reclutato dallo Shin Bet (il servizio di sicurezza interna d'Israele). Con il nome in codice “Green Prince”, spierà Hamas dall'interno per oltre un decennio.

È una vicenda davvero straordinaria quella che sta alla base di questo documentario. Sembra di assistere a una spy-story di pregevole fattura, con un protagonista perennemente costretto a fare i conti con la sensazione di tradire il suo popolo e le sue origini. Invece, naturalmente, si tratta di una storia reale che ha come principale motivo d'interesse una curiosa relazione che si fa via via più profonda ne tempo: Mosab Hassan Yousef ha un rapporto di grande lealtà con il suo referente allo Shin Bet, Gonen Ben Yitzhak, ben sviscerato all'interno del lungometraggio. Una profonda amicizia sullo sfondo di un mondo di segreti, terrore, inganni e scelte complicate. Peccato che, di fronte a un documento di tale portata, il regista abbia rovinato quasi tutto: le ricostruzioni appaiono forzate, lo stile inutilmente caricato e lontano da quell'essenzialità che sarebbe bastata a un argomento di questo tipo. Sembra quasi che Nadav Schirman abbia voluto in ogni modo diventare “protagonista” della sua pellicola, facendo sentire la sua presenza e non accontentandosi del già incandescente materiale a disposizione. Un errore che ha sminuito la portata di quello che poteva essere uno dei documentari più significativi sul tema del conflitto israelo-palestinese. In ogni caso, il film lascia molto a chi lo guarda, ma andava ugualmente gestito meglio. Tratto dall'omonimo best-seller firmato dallo stesso “Green Prince”.