Il detective Manfred (Leon Lai) viene affiancato dall'ispettore Kee (Richie Ren) durante le indagini sull'assassinio di una prostituta. Mentre il mistero dietro la morte della donna nasconde risvolti inaspettati, Kee è impegnato a recuperare il cellulare di un suo informatore che contiene nella memoria interna prove inconfutabili della sua corruzione.

Poliziotti corrotti, delusi dal sistema e votati ad andare contro la legge invece di difenderla. Questo è in fondo il cuore del cinema action poliziesco di Dante Lam e anche Fire of Conscience, dopo Beast Stalker (2008) e The Sniper (2009), non fa certo eccezione. Anche la cornice è la medesima, una Hong Kong che diventa teatro di un adrenalinico susseguirsi di inseguimenti e scontri a fuoco. La scrittura, purtroppo, rimane sempre il suo maggior difetto: ancora una volta accompagnato dallo sceneggiatore Wai Lun Ng, Lam concepisce un soggetto molto valido sulla carta, soprattutto nel suo svelarsi pezzo per pezzo, ma che nel complesso non riesce a evitare scivoloni e ingenuità che compromettono quella che avrebbe potuto davvero distinguersi come la sua pellicola meglio riuscita.
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