I ragazzi stanno bene
The Kids Are Allright
Premi Principali
Golden Globe alla miglior attrice in un film commedia o musicale 2011
Durata
106
Formato
Regista
Jules (Julianne Moore) e Nic (Annette Bening) sono una coppia lesbica, madri di due ragazzi concepiti tramite inseminazione artificiale. Joni (Mia Wasikowska) e Laser (Josh Hutcherson), i figli della coppia, decidono di scoprire l'identità del loro padre naturale, contattando la banca del seme. Faranno così la conoscenza di Paul (Mark Ruffalo), un donnaiolo di Los Angeles. L'arrivo dell'uomo nella vita familiare è destinato ad alterarne completamente l'equilibrio.
La regista Lisa Cholodenko, dichiaratamente lesbica, ha preso spunto dalla propria esperienza personale, avendo concepito un figlio tramite inseminazione artificiale. I difficili rapporti all'interno di una famiglia disfunzionale, le contraddizioni di un microcosmo che si proclama aperto e tollerante ma si scopre non insensibile ai pregiudizi e la messa in discussione delle proprie convinzioni, prima fra tutte la sessualità, sono raccontati con un piglio divertito, brillante e quasi sempre arguto e sofisticato. Peccato, quindi, che il film perda progressivamente la propria aura di trasgressione, flirtando con la convenzionalità pur riuscendo a evitare la retorica, il patetismo melodrammatico o la faciloneria pressapochista. Resta così un'operazione che si rivela più rassicurante e meno ficcante di quanto le premesse iniziali non lasciassero trapelare: una commedia leggera e godibile forse fin troppo politicamente corretta. Grande prova di tutto il cast a partire dalle due splendide protagoniste femminili, benché anche Mark Ruffalo regali un'interpretazione di primo piano. Grande successo al Sundance Film Festival, alla Berlinale e buon riscontro al box office americano: in Italia, invece, il film è passato sotto silenzio. Golden Globe alla miglior commedia e ad Annette Bening, oltre a quattro nomination agli Oscar.
La regista Lisa Cholodenko, dichiaratamente lesbica, ha preso spunto dalla propria esperienza personale, avendo concepito un figlio tramite inseminazione artificiale. I difficili rapporti all'interno di una famiglia disfunzionale, le contraddizioni di un microcosmo che si proclama aperto e tollerante ma si scopre non insensibile ai pregiudizi e la messa in discussione delle proprie convinzioni, prima fra tutte la sessualità, sono raccontati con un piglio divertito, brillante e quasi sempre arguto e sofisticato. Peccato, quindi, che il film perda progressivamente la propria aura di trasgressione, flirtando con la convenzionalità pur riuscendo a evitare la retorica, il patetismo melodrammatico o la faciloneria pressapochista. Resta così un'operazione che si rivela più rassicurante e meno ficcante di quanto le premesse iniziali non lasciassero trapelare: una commedia leggera e godibile forse fin troppo politicamente corretta. Grande prova di tutto il cast a partire dalle due splendide protagoniste femminili, benché anche Mark Ruffalo regali un'interpretazione di primo piano. Grande successo al Sundance Film Festival, alla Berlinale e buon riscontro al box office americano: in Italia, invece, il film è passato sotto silenzio. Golden Globe alla miglior commedia e ad Annette Bening, oltre a quattro nomination agli Oscar.