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Fragole e sangue
The Strawberry Statement
Durata
109
Formato
Regista
San Francisco, anni Settanta. Il giovane Simon (Bruce Davison) si fa coinvolgere dall'amico Charlie (Danny Goldman) nelle manifestazione studentesche, principalmente per conquistare ragazze. Con il passare del tempo, però, Simon acquisterà una coscienza civile e una forte motivazione.
Tratto dal romanzo Strawberry Statement di James Simon Kunen, Fragole e sangue è uno dei film-simbolo dei movimenti studenteschi americani, contro il razzismo e la guerra in Vietnam: lo spirito dell'epoca, rappresentato da una colorata San Francisco, viene così fissato emblematicamente nella sequenza finale, in cui gli studenti raccolti cantano in coro Give Peace a Chance prima di essere brutalmente dispersi dalla polizia. Talvolta ingenuo come gli studenti che rappresenta, è uno spaccato d'epoca dal valore più iconico che cinematografico, un documento non sempre all'altezza della complessità della situazione rappresentata, che a volte utilizza i suoi impeti entusiastici di regia (zoom, carrellate, montaggio veloce) con giovanile frenesia, mentre in altri casi riesce a bilanciare l'ironia e la satira con momenti malinconici e riflessioni sociali più argute. Senz'altro da vedere per capire qualcosa in più del periodo rappresentato, non ha retto benissimo alla prova del tempo a differenza di altri monoliti coevi come Easy Rider (1969). Notevole la colonna sonora con pezzi di Joni Mitchell (The Circle Game che apre il film) e Crosby, Stills, Nash e Young. Vincitore del Premio della giuria al 23º Festival di Cannes.
Tratto dal romanzo Strawberry Statement di James Simon Kunen, Fragole e sangue è uno dei film-simbolo dei movimenti studenteschi americani, contro il razzismo e la guerra in Vietnam: lo spirito dell'epoca, rappresentato da una colorata San Francisco, viene così fissato emblematicamente nella sequenza finale, in cui gli studenti raccolti cantano in coro Give Peace a Chance prima di essere brutalmente dispersi dalla polizia. Talvolta ingenuo come gli studenti che rappresenta, è uno spaccato d'epoca dal valore più iconico che cinematografico, un documento non sempre all'altezza della complessità della situazione rappresentata, che a volte utilizza i suoi impeti entusiastici di regia (zoom, carrellate, montaggio veloce) con giovanile frenesia, mentre in altri casi riesce a bilanciare l'ironia e la satira con momenti malinconici e riflessioni sociali più argute. Senz'altro da vedere per capire qualcosa in più del periodo rappresentato, non ha retto benissimo alla prova del tempo a differenza di altri monoliti coevi come Easy Rider (1969). Notevole la colonna sonora con pezzi di Joni Mitchell (The Circle Game che apre il film) e Crosby, Stills, Nash e Young. Vincitore del Premio della giuria al 23º Festival di Cannes.
