Due giovani poveri innamorati (Käthe von Nagy e Maurizio D'Ancora), osteggiati dalle loro famiglie, decidono di scappare per suicidarsi. Quando però, casualmente, troveranno un portafoglio pieno di soldi si daranno alla bella vita per un breve periodo.

Mario Camerini dimostra con questa pellicola (una delle primissime opere della sua sterminata filmografia) di essere un regista talentuoso e ben conscio delle cinematografie avanguardistiche di quegli anni. Rotaie è un'opera confezionata senza sbavature che si avvale di una sapiente visione cinematografica capace di strizzare l'occhio più di una volta all'espressionismo tedesco e, contemporaneamente, di ricercare un linguaggio piuttosto sterile e asciutto che controbilancia la grande carica emotiva del racconto. Purtroppo è proprio la storia l'elemento più debole dell'insieme: una vicenda decisamente banale e insipida, priva di appeal e stravista. Superato questo ostacolo, però, non si può non apprezzare il lavoro di messa in scena, solido e raffinato. Il film venne originariamente girato in una versione muta che poi fu sonorizzata nel 1931.
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