The Garden of Eden

Toni Lebrun (Corinne Griffith) lascia tutto quello che ha nella speranza di diventare una grande cantante. Si trasferisce a Budapest, ma trova un mondo decisamente diverso da quello che sognava: ormai disillusa sulla sua carriera artistica, finisce a Montecarlo insieme a una baronessa in disgrazia (Louise Dresser) che la spaccia per sua figlia.

È il film più noto che Lewis Milestone (regista europeo che ha esordito a Hollywood ne 1918) abbia diretto negli anni Venti. Si tratta di una commedia ispirata a un omonimo testo teatrale, adattato per il grande schermo da Avery Hopwood e Hans Kraly. Si sente troppo l'influenza di Lubitsch e di DeMille, ma Milestone riesce comunque a dimostrare una buona mano registica, soprattutto nell'effervescente prima metà. Il ritmo si mantiene alto, grazie anche un gruppo di attori diretti nel modo giusto, seppur vada un po' in calando con l'approssimarsi della conclusione. Alcune trovate (il “menù” con le ballerine da ordinare) colpiscono nel segno e dimostrano un certo coraggio narrativo: Milestone lo metterà ancor più in pratica un paio d'anni dopo con il suo straordinario All'Ovest niente di nuovo (1930).