Arco di trionfo
Arc of Triumph
Durata
120
Formato
Regista
Parigi, poco prima dell'inizio della Seconda guerra mondiale. Il dottor Ravic (Charles Boyer) vive sotto falso nome, privo di documenti e con l'incubo di essere scoperto dalla polizia. Una sera incontra una donna (Ingrid Bergman) disperata che sta per suicidarsi, e decide di aiutarla. Tra i due nasce un'intensa relazione, ma l'uomo viene arrestato e mandato nei campi di concentramento.
Tratto dall'omonimo romanzo di Erich Maria Remarque, un triste dramma dai toni cupi diretto dall'esperto del cinema di guerra Lewis Milestone. Questa volta il regista di All'Ovest niente di nuovo (1930) si concentra sul periodo che anticipa lo scontro bellico, dando vita a un malinconico affresco storico in cui la capitale francese è un personaggio principale a tutti gli effetti. La sceneggiatura però, firmata dal regista insieme a Harry Brown, sceglie spesso le strade più semplici, non rischia molto e punta su un registro narrativo che sfiora costantemente la retorica. Alcuni passaggi possono emozionare (in particolare nella parte centrale), ma le carenze di scrittura sono troppe, soprattutto nella descrizione stereotipata dei personaggi. Ne risentono anche le interpretazioni, fatta eccezione per un grandioso Charles Laughton pienamente a suo agio nei panni di un gerarca nazista. Robert Aldrich ha fatto da assistente alla regia.
Tratto dall'omonimo romanzo di Erich Maria Remarque, un triste dramma dai toni cupi diretto dall'esperto del cinema di guerra Lewis Milestone. Questa volta il regista di All'Ovest niente di nuovo (1930) si concentra sul periodo che anticipa lo scontro bellico, dando vita a un malinconico affresco storico in cui la capitale francese è un personaggio principale a tutti gli effetti. La sceneggiatura però, firmata dal regista insieme a Harry Brown, sceglie spesso le strade più semplici, non rischia molto e punta su un registro narrativo che sfiora costantemente la retorica. Alcuni passaggi possono emozionare (in particolare nella parte centrale), ma le carenze di scrittura sono troppe, soprattutto nella descrizione stereotipata dei personaggi. Ne risentono anche le interpretazioni, fatta eccezione per un grandioso Charles Laughton pienamente a suo agio nei panni di un gerarca nazista. Robert Aldrich ha fatto da assistente alla regia.