Ghostbusters

Abby (Melissa McCarthy) ed Erin (Kristen Wiig) sono una coppia di scrittrici semi sconosciute che decisero all’epoca dell’università di pubblicare un libro sui fantasmi. Ad anni di distanza, la ricommercializzazione del volume coinciderà casualmente con la riapparizione di spettri terrificanti a New York: per le due sarà un buon pretesto per intraprendere una nuova carriera da acchiappafantasmi.

Reboot tutto al femminile della saga cominciata con Ghostbusters – Acchiappafantasmi (1984), Ghostbusters è un’operazione che cerca furbescamente di vincere la corsa al botteghino facendo leva sull’effetto nostalgia di un pubblico ancora memore delle commedie fantascientifiche firmate da Ivan Reitman, senza riuscirci. Il film diretto da Paul Feig, onesto regista di mediocri pink comedy come Corpi da reato del 2013 o Le amiche della sposa del 2011, si dimostra in linea con le pellicole precedenti del regista: le quattro protagoniste, nonostante una discreta alchimia, non rendono giustizia ai loro predecessori, mentre l’inevitabile ricorso sistematico alle citazioni e ai cammei illustri è ben amalgamato con la trama. Certo, la pellicola non verrà ricordata come esempio virtuoso (viste le tante ingenuità narrative e i diversi momenti di stanca), però a tratti si dimostra godibile e arricchita da un personaggio che svetta rispetto agli altri: l’assistente bello ma stupido interpretato da uno spassoso Chris Hemsworth. In tutto questo trambusto, i veri sconfitti sono gli ectoplasmi, invisibili ancor più del solito e assai poco spettacolari. La colonna sonora riaggiorna con scarso gusto i tormentoni presenti nelle vecchie pellicole.