Il giardino delle delizie
Durata
95
Formato
Regista
Mentre si trova in luna di miele in compagnia della moglie incinta, Carlo (Maurice Ronet) s'invaghisce di una sconosciuta (Lea Massari), con la quale avrà una breve relazione. I tormenti e i ricordi legati al suo passato si fanno, intanto, sempre più palpabili e difficili da superare.
Opera prima di Silvano Agosti, già montatore del celebre I pugni in tasca (1965) di Marco Bellocchio, regista con cui tornerà a lavorare in Matti da slegare (1975), Il giardino delle delizie è un esordio sentito e coraggioso, arrabbiato e capace di trasmettere con forza i propri pensieri (sociali, politici, sentimentali) allo spettatore. Accompagnato dalla bella fotografia di Aldo Scavarda, Agosti dimostra già una buona maturità che, paradossalmente, ritroverà raramente nei suoi lavori successivi. Man mano che la narrazione si fa più concitata, però, vengono fuori anche i troppi debiti nei confronti di tanti altri film italiani precedenti (i primi lungometraggi degli anni Sessanta di Antonioni, in particolare) e si sente, a lungo andare, un'assenza di originalità vera e propria. Agosti colpisce, ma gioca troppo di maniera limitando così la portata della sua, comunque significativa, opera prima. Musiche di Ennio Morricone.
Opera prima di Silvano Agosti, già montatore del celebre I pugni in tasca (1965) di Marco Bellocchio, regista con cui tornerà a lavorare in Matti da slegare (1975), Il giardino delle delizie è un esordio sentito e coraggioso, arrabbiato e capace di trasmettere con forza i propri pensieri (sociali, politici, sentimentali) allo spettatore. Accompagnato dalla bella fotografia di Aldo Scavarda, Agosti dimostra già una buona maturità che, paradossalmente, ritroverà raramente nei suoi lavori successivi. Man mano che la narrazione si fa più concitata, però, vengono fuori anche i troppi debiti nei confronti di tanti altri film italiani precedenti (i primi lungometraggi degli anni Sessanta di Antonioni, in particolare) e si sente, a lungo andare, un'assenza di originalità vera e propria. Agosti colpisce, ma gioca troppo di maniera limitando così la portata della sua, comunque significativa, opera prima. Musiche di Ennio Morricone.