Da Corleone a Brooklyn
Durata
95
Formato
Regista
Palermo. Il commissario di polizia Berni (Maurizio Merli) indaga sul pericoloso ambiente della malavita, alla ricerca di un teste utile per l'incriminazione del boss Barresi (Mario Merola), fuggito a New York e in seguito arrestato. La collaborazione con il pentito Scalia (Biagio Pelligra) metterà Berni in serio pericolo.
La corposa galleria di polizieschi e affini collezionata negli anni da Umberto Lenzi si arricchisce di un ennesimo tassello, purtroppo non all'altezza di titoli sostenuti da una scrittura e da caratterizzazioni incisive, quali Milano odia: la polizia non può sparare (1974) e Roma a mano armata (1976). L'elementare sceneggiatura delinea un ovvio scontro fra la legge, rappresentata per l'ennesima volta da Maurizio Merli nei panni di un commissario tutto d'un pezzo, e la malavita incarnata dal noto e inespressivo volto dell'attore melodrammatico Mario Merola, in questo caso almeno misurato e non uso alla solita recitazione enfatica. Un consueto repertorio di spari, inseguimenti stradali e regolamenti di conti, in un susseguirsi di situazioni già viste e usurate. Sceneggiatura di Lenzi, Vincenzo Mannino e Anselmo Manciori; musiche di Franco Micalizzi.
La corposa galleria di polizieschi e affini collezionata negli anni da Umberto Lenzi si arricchisce di un ennesimo tassello, purtroppo non all'altezza di titoli sostenuti da una scrittura e da caratterizzazioni incisive, quali Milano odia: la polizia non può sparare (1974) e Roma a mano armata (1976). L'elementare sceneggiatura delinea un ovvio scontro fra la legge, rappresentata per l'ennesima volta da Maurizio Merli nei panni di un commissario tutto d'un pezzo, e la malavita incarnata dal noto e inespressivo volto dell'attore melodrammatico Mario Merola, in questo caso almeno misurato e non uso alla solita recitazione enfatica. Un consueto repertorio di spari, inseguimenti stradali e regolamenti di conti, in un susseguirsi di situazioni già viste e usurate. Sceneggiatura di Lenzi, Vincenzo Mannino e Anselmo Manciori; musiche di Franco Micalizzi.