Un gruppo di pellegrini in visita in Vaticano si ritrova bloccato in un ascensore. Sarà il caos.

Silvano Agosti non va tanto per il sottile e, con l'aiuto di Stefano Rulli alla sceneggiatura, mette in scena una pellicola dura e grottesca, cinica e simbolica: le persone presenti nell'ascensore sfogano i loro istinti più bassi, passando dallo stupro al cannibalismo. Le premesse potevano essere interessanti, ma il progetto rimane coraggioso soltanto sulla carta, e si limita alla puerile provocazione priva di grandi fondamenta. Il regista vorrebbe dire molto, ma finisce per dire pochissimo, forse senza rendersi conto che il troppo, anche al cinema, stroppia. Il film ebbe diversi problemi con la censura, e non è difficile capire il perché.
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