6 giugno 1944: il D-Day e lo sbarco degli alleati in Normandia, dal punto di vista di tutte le fazioni che presero parte a questo storico giorno.

Con un budget per quegli anni enorme (10 milioni di dollari stimati) e un cast corale che annovera i più sfavillanti nomi del cinema dell'epoca, Il giorno più lungo si presenta come una mastodontica opera pseudo propagandistica, spesso didascalica ma in grado di sfiorare esaltanti vette nazionalistiche. Una visione piacevole e avvincente, scandita da un ritmo abbastanza serrato (nonostante le tre lunghe ore) gravato però da una narrazione frammentata che potrebbe creare una leggera confusione nello spettatore. La regia a più mani non rappresenta il fiore all'occhiello della pellicola, capace comunque di regalare sequenze a effetto e riprese aeree degne di nota, a cui si aggiunge una particolare cura per costumi ed effetti visivi. Tratto dall'omonimo romanzo storico di Cornelius Ryan, una rassegna di stelle e di mezzi sfoggiati per celebrare la potenza del cinema americano. Oscar per la fotografia (Jean Bourgoin e Walter Wottitz) e gli effetti speciali.
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