Hostel: Part III
Hostel: Part III
Durata
88
Formato
Regista
Las Vegas. Scott (Brian Hallisay) sta per sposare la fidanzata storica Amy (Kelly Thiebaud) e sceglie di festeggiare l'addio al celibato insieme all'amico Carter (Kip Pardue). Decisi a trascorrere una nottata memorabile, i due vengono adescati da alcune avvenenti prostitute: una sgradita sorpresa li attende.
Terzo capitolo della saga inaugurata da Hostel (2005) e proseguita con Hostel: Part II (2007). Scott Spiegel, anche produttore, sostituisce Eli Roth alla regia, continuando nell'intento del suo predecessore: sesso, ragazze discinte, sangue e nefandezze splatter al limite della tollerabilità. Un'operazione che, se possibile, supera in sgradevolezza gli antecedenti, enfatizzando (con un'ipocrisia davvero fastidiosa) il concetto di voyeurismo come simbolo primario della degenerazione contemporanea (la sequenza in cui una delle vittime viene torturata davanti allo sguardo laido del pubblico pagante). Sceneggiatura (firmata da Michael D. Weiss) inesistente, desolante piattume stilistico: da dimenticare. Musiche di Frederik Wiedmann. Uscito direttamente in home video.
Terzo capitolo della saga inaugurata da Hostel (2005) e proseguita con Hostel: Part II (2007). Scott Spiegel, anche produttore, sostituisce Eli Roth alla regia, continuando nell'intento del suo predecessore: sesso, ragazze discinte, sangue e nefandezze splatter al limite della tollerabilità. Un'operazione che, se possibile, supera in sgradevolezza gli antecedenti, enfatizzando (con un'ipocrisia davvero fastidiosa) il concetto di voyeurismo come simbolo primario della degenerazione contemporanea (la sequenza in cui una delle vittime viene torturata davanti allo sguardo laido del pubblico pagante). Sceneggiatura (firmata da Michael D. Weiss) inesistente, desolante piattume stilistico: da dimenticare. Musiche di Frederik Wiedmann. Uscito direttamente in home video.