Iene
Hyènes
Durata
110
Formato
Regista
Linguère Ramatou (Ami Diakhate) torna a Colobane, paese dal quale fu allontanata con disonore. Ora è una donna ricchissima e promette un’enorme donazione alla comunità in cambio della vita di Draman (Mansour Diouf), un suo ex amante.
Quasi vent’anni dopo il suo precedente lungometraggio di finzione (il bellissimo Touki Bouki), Djibril Diop Mambéty torna dietro la macchina da presa e si riconferma tra i massimi registi africani. Risulta vincente l’idea tanto coraggiosa quanto geniale di adattare la pièce La visita della vecchia signora di Dürrenmatt ricontestualizzandola dall’Europa postbellica all’Africa contemporanea. Un’operazione per nulla banale, che si arricchisce di una regia e una fotografia di grande fascino, di dialoghi memorabili e di una perfetta commistione tra momenti esilaranti e altri di forte tensione. I temi dell’onnipotenza e dell’impunità del denaro, dell’utilitaristica mutabilità della morale e dello sviluppa economico del continente a spese della popolazione stessa sono trattati con grande profondità, tra una battuta mordace e l’altra. Satira feroce, in cui il presente è ostacolato da un passato ingombrante e mai davvero superato, e dove i buoni sentimenti sono soffocati dal rancore e dall’avidità. Il “regno delle iene” è qui e ora, e tutti ne sono partecipi. Il regista si ritaglia la parte di Gaana, ex giudice di Colombane e fedele valletto di Linguère.
Quasi vent’anni dopo il suo precedente lungometraggio di finzione (il bellissimo Touki Bouki), Djibril Diop Mambéty torna dietro la macchina da presa e si riconferma tra i massimi registi africani. Risulta vincente l’idea tanto coraggiosa quanto geniale di adattare la pièce La visita della vecchia signora di Dürrenmatt ricontestualizzandola dall’Europa postbellica all’Africa contemporanea. Un’operazione per nulla banale, che si arricchisce di una regia e una fotografia di grande fascino, di dialoghi memorabili e di una perfetta commistione tra momenti esilaranti e altri di forte tensione. I temi dell’onnipotenza e dell’impunità del denaro, dell’utilitaristica mutabilità della morale e dello sviluppa economico del continente a spese della popolazione stessa sono trattati con grande profondità, tra una battuta mordace e l’altra. Satira feroce, in cui il presente è ostacolato da un passato ingombrante e mai davvero superato, e dove i buoni sentimenti sono soffocati dal rancore e dall’avidità. Il “regno delle iene” è qui e ora, e tutti ne sono partecipi. Il regista si ritaglia la parte di Gaana, ex giudice di Colombane e fedele valletto di Linguère.