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Aquile azzurre
The Blue Eagle
Durata
58
Formato
Regista
George Darcy (George O'Brien) e Big Tim Ryan (William Russell), leader di due bande giovanili, sono rivali sulla strada, in amore e persino sotto le armi, quando servono la Marina come fuochisti. Finita la guerra, il parroco del quartiere li spinge a mettere da parte l'inimicizia per sgominare insieme una pericolosa gang di trafficanti di droga.
Opera minore del prolifico periodo muto di Ford, che sembra mescolare tanti generi, dal dramma con venature gangster al bellico, dal film di boxe al melò romantico. Pur nella sua semplicità narrativa, contiene alcuni temi che saranno presenti in tanto cinema fordiano a venire: la rivalità maschile che si trasforma in amicizia, il triangolo amoroso, la presenza di una figura religiosa come personaggio chiave. Da notare una certa attenzione al machismo virile dei protagonisti e la proposizione di un tema come il traffico di stupefacenti, che, una decina di anni dopo, probabilmente il codice Hays avrebbe censurato. Non manca qualche bella scelta stilistica (vedi l'assassinio del poliziotto). L'elemento del pugilato, pur marginale, e la presenza di O'Brien collegano il film ad altre due opere dello stesso regista, Il campione del ring (1925) e La grande sfida (1929), a formare una sorta di “trilogia sportiva”.
Opera minore del prolifico periodo muto di Ford, che sembra mescolare tanti generi, dal dramma con venature gangster al bellico, dal film di boxe al melò romantico. Pur nella sua semplicità narrativa, contiene alcuni temi che saranno presenti in tanto cinema fordiano a venire: la rivalità maschile che si trasforma in amicizia, il triangolo amoroso, la presenza di una figura religiosa come personaggio chiave. Da notare una certa attenzione al machismo virile dei protagonisti e la proposizione di un tema come il traffico di stupefacenti, che, una decina di anni dopo, probabilmente il codice Hays avrebbe censurato. Non manca qualche bella scelta stilistica (vedi l'assassinio del poliziotto). L'elemento del pugilato, pur marginale, e la presenza di O'Brien collegano il film ad altre due opere dello stesso regista, Il campione del ring (1925) e La grande sfida (1929), a formare una sorta di “trilogia sportiva”.
