Mario (Stefano Fresi) vive a Roma, Dario (Giuseppe Battiston) nel Polesine. Mario ha un negozio di ferramenta, Dario un casolare. Mario segue le regole, Dario le disprezza. Figli dello stesso padre e di madre diversa, Mario e Dario sono fratelli ma non hanno niente in comune. Lontani e spaiati, condividono soltanto il dolore dell'abbandono paterno.

Stramba commedia dalle tonalità agrodolci, Il grande passo mette uno accanto all’altro due attori del cinema italiano, Giuseppe Battiston e Stefano Fresi, che hanno sempre ironizzato (loro per primi) su una presunta somiglianza fisica e sulla comune stazza. Qui sono addirittura due fratelli alle prese con una fatale mancanza familiare: una frattura che si è riversata su entrambi in modo diametralmente opposto, generando da un lato un uomo (Dario) ruvido e schivo, alle prese con velleità fuori all’ordinario - costruire in un fienile un missile per arrivare sulla Luna - e dall’altro un individuo pacioso e bonaccione, affezionato alle comodità domestiche e alle castranti premure materne, panino con la cotoletta e gelato all’amarena inclusi. Due caratteri forzatamente contrapposti dalla scrittura, in maniera spesso naïf e strumentale, ma in grado di dare vita, nei momenti migliori, a goffe e amarognole incomunicabilità con le quali la commedia vira verso la parodia sci-fi, il buddy movie improbabile, la gag dai risvolti antropologici e irriducibilmente provinciali. Le ambizioni hanno il merito di volare sempre basse, senza partire per la tangente o scavare solchi fuori dal seminato, e nonostante qualche passaggio malmostoso, ingrigito e meno ispirato, alla fine si sorride in più di un’occasione e non certo per inerzia, interessandosi alle sorti dei protagonisti in modi e forme meno standardizzate e rassicuranti del previsto. Il cast di caratteristi di contorno, da Roberto Citran a Teco Celio, un po’ come tutto il film, si accorda di buon grado a una partitura che suona esplicitamente ispirata al cinema sghembo ma indubbiamente sfaccettato di Carlo Mazzacurati e al suo legame con la rappresentazione cinematografica del Nord-est italiano. Presentato in concorso al Torino Film Festival 2019, dove la giuria ha premiato i due protagonisti ex aequo come migliori attori.
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