Una battaglia dopo l’altra
One Battle After Another
Durata
161
Formato
Regista
Sono passati sedici anni da quando il gruppo politico French 75 attuava violente azioni rivoluzionarie per provare a sovvertire il sistema. Ora Bob Ferguson (Leonardo DiCaprio), uno dei membri del vecchio gruppo, vive isolato con la figlia adolescente Willa (Chase Infiniti), la cui madre Perfidia Beverly Hills (Teyana Taylor) sembra svanita nel nulla molto tempo prima. Quando lo storico nemico dei French 75, il colonnello Steven J. Lockjaw (Sean Penn), ricompare nella loro vita, Bob Ferguson si lancerà in una disperata ricerca per ritrovare sua figlia e cercare allo stesso tempo di salvarsi.
Undici anni dopo Vizio di forma (2014), Paul Thomas Anderson torna coraggiosamente a confrontarsi con il maestro della letteratura americana Thomas Pynchon. E lo fa con una consapevolezza e una padronanza del mezzo cinematografico ancora superiore rispetto a quanto realizzato con la trasposizione precedente: Anderson sfronda il testo di partenza, smussando le iperboli postmoderne, modificando diverse parti e restituendo sullo schermo estrema concretezza attraverso un debordante dinamismo narrativo. Ciò che ne esce è uno dei risultati più alti di tutta la sua filmografia, un autentico punto di riferimento per chiunque voglia leggere l'oggi attraverso le infinite potenzialità della macchina da presa. Se Vineland (1990) di Pynchon, il romanzo liberamente preso come riferimento, è ambientato nel 1984, anno della rielezione del Presidente Ronald Reagan (con tutto quello che ne consegue), il film di Anderson sposta il suo focus sull'attualità più contingente, gettando uno sguardo sarcastico, amarissimo e lucidamente critico nei confronti dell'America degli anni Duemila e arrivando simbolicamente alla seconda presidenza di Donald Trump, tristemente nota per la sua folle politica repressiva e la sua disumana lotta all'immigrazione come conservazione della purezza della razza bianca. Un'opera dal respiro straordinario, capace di immergersi nella contemporaneità per riflettere sulla disillusione di un'intera generazione, costretta a vivere in un'America per natura fondata sulla contaminazione di ideali, di etnie e di legami di sangue, che rinnega se stessa. Quello di Anderson è un film di profonda umanità, che viaggia come un treno nella notte dalla prima, folgorante sequenza fino alla commovente conclusione non priva di speranza, i cui magnifici personaggi corrono dall'inizio alla fine (come spesso accade nel cinema dell'autore di Los Angeles) alla ricerca del loro posto nel mondo. Cinema di puro gesto filmico, messo in scena come forse nessuno, oggi, oltre ad Anderson sa fare, ma anche cinema di grande senso espressivo, politico e militante, senza paura di esporsi dalla parte giusta, con uno spirito eversivo raro all'interno della produzione di una major hollywoodiana. DiCaprio, di eccezionale bravura, dà vita a un inetto dal cuore d'oro, sempre fuori posto, incapace di rapportarsi alla contemporaneità ma in grado di conservare sempre una sua purezza quasi infantile, impossibile da dimenticare. Ma non si può non sottolineare l'incredibile intensità delle prove di Regina Hall, Teyana Taylor e, soprattutto, Sean Penn, agghiacciante e grottesca incarnazione di quella "deformità" del potere malato a stelle e strisce. Tutti hanno i loro motivi per combattere, una battaglia dopo l'altra, come una formazione di "anti-supereroi", ciascuno con i propri demoni con cui fare i conti (non a caso vengono omaggiati il Superman di Christopher Reeve, Batman e Spider-Man in chiave antifrastica). Eccezionale fotografia 35mm VistaVision di Michael Bauman (e Anderson stesso, non accreditato) e prodigiosa colonna sonora di Jonny Greenwood, fondamentale per dare ritmo alle immagini. Come se non bastasse, c’è una delle sequenze di inseguimento in auto più potenti dell’intera storia del cinema, per l’uso delle luci, della prospettiva, dello sguardo dei personaggi, del montaggio e del sonoro: per quel tipo di cinema, insomma, per cui Paul Thomas Anderson continua a combattere, pellicola dopo pellicola, come se anche per lui fosse davvero... una battaglia dopo l’altra.