L'idolo delle folle

Lou Gehrig (Gary Cooper) è uno dei più noti giocatori di baseball di sempre. Dopo aver disputato moltissime partite, a meno di quarant'anni dovrà cedere il passo alla vita a causa di una malattia tanto grave quanto rara che da allora viene diagnosticata con il suo cognome.

Raccontando una parabola tragica e sportiva allo stesso tempo (un ragazzo povero ma di grande talento che diventa uno dei giocatori più amati di sempre, sposa e ama una sua fan fino alla prematura scomparsa che lo annovera definitivamente nell'albo delle leggende), Sam Wood firma una pellicola “vincente”, priva di trovate memorabili o di sequenze particolarmente importanti, ma capace di emozionare, coinvolgere e far conoscere una storia che non tutti (soprattutto fuori dagli Stati Uniti) conoscono. Più che alle vicende sportive, il regista si focalizza su quelle personali, poiché cariche di patetismo e capaci di emozionare a dovere lo spettatore (struggente il dialogo in cui il campione svela a sua moglie lo stato della sua salute): a volte c'è un eccesso di retorica, ma Wood sa come alternare le sequenze più intime e quelle più concitate, ed è ben sostenuto da un cast in forma. Nel 1978 Fielder Cook dirigerà un remake della pellicola intitolato A Love Affair: The Eleanor and Lou Gehrig Story.