Un giorno alle corse

La clinica della bella Judy (Maureen O'Sullivan) è sull'orlo della bancarotta. Per uscire dall'impasse, la ricca e ipocondriaca Emily Upjohn (Margaret Dumont) si rivolge a Hugo Z. Huckenbush (Groucho Marx), che si finge dottore ma in realtà è veterinario. Insieme a Stuffy (Harpo Marx) e Tony (Chico Marx), l'uomo risolverà i pressanti problemi economici, non prima di aver combinato un sacco di guai.

Seconda collaborazione (dopo Una notte all'opera, 1935) tra Sam Wood e i fratelli Marx. Lo schema risente di una certa ripetitività (troppe le similitudini, soprattutto a livello di sviluppo narrativo, con La guerra lampo dei fratelli Marx, diretto da Leo McCarey nel 1933), ma la sceneggiatura di Robert Pirosh, George Seaton e George Oppenheimer (coadiuvati dai non accreditati Al Boasberg, Leon Gordon e George S. Kaufman) definisce in modo magistrale le caratterizzazioni dei singoli protagonisti, riuscendo a far emergere il meglio da ciascun componente del trio: centro assoluto del film è Groucho, fonte di inesauribili deliri linguistici («Emily, non posso più nasconderlo: ti amo. È la solita storia, un uomo e una donna, Romeo e Giulietta, Biancaneve e i sette nani») e detonatore di equivoci atti a scatenare l'effetto comico. Meno anarchia e più adesione alle regole di genere: il ritmo, in ogni caso, è frenetico, il meccanismo di gag colpisce nel segno e alcuni momenti sono da antologia (impossibile non citare la sequenza della visita ad Harpo, in cui l'irresistibile mimica di quest'ultimo e la causticità di Groucho sono mediate dal moderato e funzionale Chico). Allan Jones è Gil, Sig Ruman è il dottor Steinberg; fotografia di Joseph Ruttenberg.