A fine '800, in piena epoca Meiji, Sayo (Miyoko Akaza) muore in carcere poco dopo aver dato alla luce Yuki (Meiko Kaji). La bimba viene concepita per diventare uno strumento di vendetta: la sua famiglia anni prima è stata distrutta da quattro criminali, durante le rivolte Ketsuzel. Dopo essere stata allevata e allenata dall'anziano monaco buddista DÅkai (KÅ Nishimura),Yuki inizia la sua personale e sanguinosa caccia all'uomo...

Rimasto inedito in Italia fino al 7° Far East Film Festival (2005) di Udine e fino alla successiva uscita in home video, Lady Snowblood – Neve di sangue – in originale Shurayukihime, letteralmente “Signora della neve del mondo dei morti” – è probabilmente il risultato più compiuto e felice del genere Chambara (il cappa e spada nipponico). Sarebbe ingiusto sottovalutare il lavoro di Toshiya Fujita relegandolo alla semplice exploitation: la rigida suddivisione del film in capitoli attinge a piene mani a un contesto storico-culturale che è impossibile ignorare, quello dell'apertura giapponese alla modernità e all'Occidente. Il macrocosmo in cui si muove la protagonista è contraddittorio, efferato e amorale, perché privo di punti di riferimento, ancorato a una società arretrata e divisa in classi che rifiuta il progresso. Per estetica e contenuti, Lady Snowblood sembra quasi un film sperimentale: girato con vivacissimi colori al limite del kitsch, intriso di una violenza a tal punto stilizzata e splatter da sfociare nel fumetto e animato da elegantissime e funzionali illustrazioni. Una fiaba nera, nerissima, giocata sui fascinosi contrasti ambiguità-innocenza e condanna-redenzione, che nella messinscena corrispondono al rosso ultra-saturo del sangue che si mescola con il bianco candore della neve. A posteriori, non sembra poi così difficile immaginare perché Quentin Tarantino se ne sia perdutamente innamorato, come dimostrano le dichiarate analogie presenti nel suo Kill Bill – Volume 1 (2003). Basato sull'omonimo manga (1972-1973) scritto da Kazuo Koike e disegnato da Kazuo Kamimura, e conosciuto anche coi titoli Blood Snow e Lady Snowblood – Blizzard from the Netherworld. Con un seguito, Lady Snowblood 2 – Love Song of Vengeance (1974), e un remake “spurio”, Princess Blade (2001).
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