François (Jean-Claude Drouot) è un carpentiere felicemente sposato con la dolce Thérèse (Claire Drouot). Quando intraprende una relazione extraconiugale con un'altra donna (Marie-France Boyer), decide di informare la moglie e continuare a mantenere entrambi i rapporti. Thérèse sembra accettare, ma poi scoppia la tragedia.

Duro, femminista o forse solo criticamente misogino, oltre che spietato: il film di Agnès Varda non ha sconti per la Thérèse ben interpretata da Claire Drouot. La lascia morire per coronare il sogno d'amore egoistico e cerchiobottista del suo orribile protagonista, che trincera la sua natura bestiale dietro una disarmante sincerità. Cinismo? Forse troppo. La Varda disloca il bel lavoro compiuto con Cléo dalle 5 alle 7 (1962) e vira nettamente verso un estetismo placido, semplice (in originale il film si intitola "La felicità"), che tuttavia nasconde elementi ben più interessanti di quanto possa trasparire dalla mera confezione. Imperfetto, ma da vedere. Premio Louis Delluc e Orso d'argento al Festival di Berlino.


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