Lincoln
Lincoln
Premi Principali
Oscar al miglior attore protagonista 2013
Golden Globe al miglior attore in un film drammatico 2013
Durata
150
Formato
Regista
Ultimi mesi nella vita di Abraham Lincoln (Daniel Day-Lewis), sedicesimo presidente degli Stati Uniti d'America. In uno dei momenti più delicati della storia americana Lincoln ottiene l'approvazione del Tredicesimo emendamento con l'abolizione della schiavitù, conduce il paese fuori della Guerra di secessione e preserva l'unità nazionale.
Riallacciandosi idealmente ad Amistad (1997), Steven Spielberg riprende il discorso a lui caro sul tema della schiavitù e delle disuguaglianze razziali in America, raccontando attraverso la figura di Lincoln un passaggio fondamentale per la costruzione della democrazia statunitense. Ispirata e di grande densità storico-politica, si tratta di un'opera resa ancora più preziosa dal valore aggiunto della eccellente interpretazione di Daniel Day-Lewis, vincitore di un meritatissimo Oscar come miglior attore protagonista. Dopo Gangs of New York (2002) di Martin Scorsese e Il petroliere (2007) di Paul Thomas Anderson, Day-Lewis incarna un altro personaggio fondativo della storia americana, in quello che si va configurando come un preciso e straordinario percorso artistico: quella dell'attore londinese è una mimesi accuratissima, che parte dal corpo e termina con la voce (da ascoltare a tutti i costi in lingua originale, anche per via di un doppiaggio italiano a dir poco censurabile). Di grande maturità la regia di Spielberg, messa qui totalmente al servizio della Storia ed esaltata dalle magnifiche luci della chiaroscurale fotografia di Janusz Kaminski. Ottimi nel non facile ruolo di comprimari Sally Field e Tommy Lee Jones.
Riallacciandosi idealmente ad Amistad (1997), Steven Spielberg riprende il discorso a lui caro sul tema della schiavitù e delle disuguaglianze razziali in America, raccontando attraverso la figura di Lincoln un passaggio fondamentale per la costruzione della democrazia statunitense. Ispirata e di grande densità storico-politica, si tratta di un'opera resa ancora più preziosa dal valore aggiunto della eccellente interpretazione di Daniel Day-Lewis, vincitore di un meritatissimo Oscar come miglior attore protagonista. Dopo Gangs of New York (2002) di Martin Scorsese e Il petroliere (2007) di Paul Thomas Anderson, Day-Lewis incarna un altro personaggio fondativo della storia americana, in quello che si va configurando come un preciso e straordinario percorso artistico: quella dell'attore londinese è una mimesi accuratissima, che parte dal corpo e termina con la voce (da ascoltare a tutti i costi in lingua originale, anche per via di un doppiaggio italiano a dir poco censurabile). Di grande maturità la regia di Spielberg, messa qui totalmente al servizio della Storia ed esaltata dalle magnifiche luci della chiaroscurale fotografia di Janusz Kaminski. Ottimi nel non facile ruolo di comprimari Sally Field e Tommy Lee Jones.