Le pays d'Arto
Le pays d'Arto
Durata
104
Formato
Regista
Céline (Camille Cottin) arriva in Armenia dalla Francia per ufficializzare la morte del marito Arto, recuperare i suoi documenti di nascita cosicché i suoi due figli possano avere anche una seconda nazionalità. Molto presto, però, Céline scopre che suo marito le ha mentito per tutto il tempo che sono stati assieme: l’uomo ha infatti combattuto in guerra, ha assunto un’altra identità ed è considerato un disertore. Viaggiando nel passato di Arto, Céline incontra reduci e veterani degli anni Novanta, figure perseguitate da una battaglia che non finisce mai.
Dopo il documentario My Armenian Phantoms (2025), la regista armena Tamara Stepanyan – che ha però lasciato il suo paese da giovanissima – torna su un tema per lei così personale e delicato in quello che rappresenta il suo esordio nel cinema di finzione. Le pays d’Arto è una pellicola in cui una donna insegue un fantasma di cui pensava di conoscere ogni aspetto e che invece si rivelerà un perfetto sconosciuto: mentre cerca di capire ciò che gli è avvenuto, all’interno di un viaggio a tappe che si trasforma presto in un percorso di consapevolezza, Céline cercherà allo stesso tempo anche di “salvare” il suo ricordo e portarlo a una sorta di redenzione. È indubbiamente un prodotto dal forte impegno civile, questo film sentito dalla sua autrice e delicato nei temi che racconta; allo stesso tempo, però, la pellicola si perde in parte lungo il cammino calando nel ritmo a causa di alcuni passaggi poco credibili e di alcune metafore troppo didascaliche (ben due mezzi di trasporto che si fermano lasciandola a piedi, a sottolineare quanto debba essere la protagonista a superare da sola – o quasi – i tanti ostacoli che si trova lungo il cammino). Non mancano però anche momenti di grande forza emotiva (in primis, la canzone all’interno del pulmino che porterà Céline a superare un confine) ma nel complesso il contenuto è sempre messo davanti alla forma, limitando parte del coinvolgimento di un prodotto che riesce a interessare, ma non sempre ad appassionare. Buona prova di Camille Cottin, ben supportata da un cast di contorno che raccoglie anche due comprimari di lusso come Zar Amir Ebrahimi e Denis Lavant. Presentato durante la prima serata del Locarno Film Festival 2025, in Piazza Grande.