Sasha e il Polo Nord
Tout en haut du monde
Durata
81
Formato
Regista
Sasha, una quindicenne di famiglia aristocratica nella Russia di fine XIX secolo, non riesce a rassegnarsi alla morte dell’amatissimo nonno Oloukine, celebre esploratore scomparso insieme alla sua nave Davai durante una spedizione alla volta del Polo Nord. Decisa a ritrovare almeno il vascello, Sasha scappa di casa e si imbarca, pronta a tutto pur di riscattare la memoria del nonno.
Un tratto deciso, campiture piatte e uno stile che ricorda l’arte decorativa del tempo degli Zar caratterizzano Sasha e il Polo Nord, delicato lungometraggio di animazione premiato dal pubblico al Festival international du film d'animation d'Annecy. Il legame infrangibile tra la giovane Sasha e la figura, ingombrante e romantica, del nonno fa da filo conduttore per una storia di formazione piuttosto classica (la ragazzina di buona famiglia che fugge dalla gabbia dorata e si ritrova d’improvviso nel mondo reale) ma non per questo meno efficace. La vicenda di Sasha e dei compagni che acquista man mano che la spedizione in cerca del Davai prosegue non perde mai di ritmo, procedendo a vele spiegate (è il caso di dirlo) verso un finale malinconico e forse un po’ frettoloso, che evita però ogni scivolone retorico. Più adatto a un pubblico adulto che ai bambini, Sasha e il Polo Nord forse non approfondisce a sufficienza la psicologia di Sasha, adolescente inquieta, ma regala scorci di paesaggi innevati affascinanti e concitati momenti di azione, soffermandosi soprattutto sulla purezza di un sentimento, l’affetto tra Sasha e Oloukine, che non conosce confini geografici né temporali.
Un tratto deciso, campiture piatte e uno stile che ricorda l’arte decorativa del tempo degli Zar caratterizzano Sasha e il Polo Nord, delicato lungometraggio di animazione premiato dal pubblico al Festival international du film d'animation d'Annecy. Il legame infrangibile tra la giovane Sasha e la figura, ingombrante e romantica, del nonno fa da filo conduttore per una storia di formazione piuttosto classica (la ragazzina di buona famiglia che fugge dalla gabbia dorata e si ritrova d’improvviso nel mondo reale) ma non per questo meno efficace. La vicenda di Sasha e dei compagni che acquista man mano che la spedizione in cerca del Davai prosegue non perde mai di ritmo, procedendo a vele spiegate (è il caso di dirlo) verso un finale malinconico e forse un po’ frettoloso, che evita però ogni scivolone retorico. Più adatto a un pubblico adulto che ai bambini, Sasha e il Polo Nord forse non approfondisce a sufficienza la psicologia di Sasha, adolescente inquieta, ma regala scorci di paesaggi innevati affascinanti e concitati momenti di azione, soffermandosi soprattutto sulla purezza di un sentimento, l’affetto tra Sasha e Oloukine, che non conosce confini geografici né temporali.