New York, metà anni '70. Rinchiuso nel suo appartamento nell'Upper West Side, Miles Davis (Don Cheadle) conduce una vita solitaria fatta di eccessi e nostalgici ricordi di un passato che sembra essere svanito per sempre. Mentre pianifica il suo ritorno sulla scena, lo stravagante Dave Brill (Ewan McGregor), reporter del magazine Rolling Stone, lo coinvolge nell'avventuroso recupero di alcune sue preziose registrazioni.



L'esordio alla regia dell'attore e produttore Don Cheadle, Oscar come miglior attore protagonista per Hotel Rwanda (2004), è un personale biopic che, nonostante diversi momenti cinematograficamente acerbi, ha il pregio di far risaltare la controversa personalità del grande compositore e trombettista pur concentrandosi su un ristrettissimo arco temporale della sua vita. Concepito come una jam session cinematografica, il film è un black portrait impressionista e sincopato in cui protagoniste assolute sono le sonorità jazz, che costituiscono un tappeto musicale permanente e commentano la vicenda seguendone il ritmo. Pochi, significativi dettagli dipingono il protagonista come un uomo alla deriva, burbero e scontroso, drammaticamente dipendente da alcool e droghe. Non una biografia convenzionale, ma un semplice spaccato esistenziale che trasmette un efficace senso di improvvisazione e aggressività visiva, anche grazie alla ruvida grana della pellicola. Assolutamente pretestuosa però la storia in sé, che rimane un semplice scheletro per repentini scarti temporali, improvvise accelerazioni narrative e calibrati virtuosismi di regia. L'atmosfera si fa più malinconica quando, nei ricordi di Davis, interpretato con notevole capacità mimetica da Cheadle, appare il suo primo grande amore Frances Taylor (Emayatzy Corinealdi). Un'opera disomogenea che riesce a trasmettere una sincera partecipazione emotiva e ha il pregio di avere una precisa identità, limitata però da qualche passaggio sgangherato di troppo, soprattutto verso il poco convincente finale, e dalla poco credibile performance di Ewan McGregor, vittima di un personaggio raramente sintonizzato sulla giusta lunghezza d'onda. Presentato fuori concorso al 66° Festival di Berlino dopo essere passato al New York Film Festival e al Sundance.
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