Un giovane pistolero (Terence Hill) incontra il suo idolo di sempre, il vecchio cacciatore di taglie Jack Beauregard (Henry Fonda), e decide di aiutarlo a compiere un'ultima, memorabile, impresa: sconfiggere i 150 cavalieri del mucchio selvaggio.

Nel segno di Sergio Leone, che produce e dirige alcune sequenze, Il mio nome è Nessuno è certamente uno dei migliori risultati raggiunti dal suo aiuto Tonino Valerii, se non forse il più valido, e sicuramente il più noto. Mettendo in campo una vecchia gloria del West come Fonda è facile vincere, soprattutto se a vestire i panni dell'allievo è un volto ironico e scanzonato come quello di Terence Hill, che stempera il dramma con la giusta dose di leggerezza. Anche se la vicenda in sé è piuttosto convenzionale, i gustosi duetti tra i protagonisti consentono alla narrazione, piuttosto ritmata, di svolgersi agilmente sino alla chiusa con le parole di Beauregard, rivolte al suo giovane emulo, che sono una riflessione sulla vecchiaia e sulla fine dell'epoca dei pistoleri ma anche, di riflesso, sull'inevitabile declino del genere cinematografico. Spunti interessanti all'interno, però, di una visione altalenante e decisamente prolissa. Vivace colonna sonora di Ennio Morricone, fotografia di Giuseppe Ruzzolini.
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