
The Mothman Prophecies – Voci dall'ombra
The Mothman Prophecies
Durata
119
Formato
Regista
Il giornalista John Klein (Richard Gere), distrutto dal dolore dopo essere rimasto vedovo, si ritrova nella cittadina di Point Pleasant, dove diverse persone sostengono di aver avvistato uno strano “uomo falena” fonte di sinistri presagi. Klein indaga insieme alla poliziotta Connie Mills (Laura Linney) e scopre un legame tra l’essere e alcune visioni avute da sua moglie (Debra Messing) prima di morire.
Thriller paranormale con ambizioni da dramma psicologico, il film di Mark Pellington (regista televisivo, al secondo lungometraggio dopo Arlington Road – L'inganno del 1999) è tratto dall’omonimo libro di John Keel, che a sua volta reinterpreta in termini complottistici la celebre leggenda metropolitana del Mothman, oggetto di presunti avvistamenti in Virginia e Ohio tra il 1966 e il 1967. L’affascinante materia di base, ottima per un horror allegorico, è però totalmente sprecata, ridotta a uno sconclusionato pasticcio con protagonista un Richard Gere evidentemente fuori parte e spesso imbambolato. Si punta tutto sull'atmosfera cupa e angosciante, costruita sull’impianto visivo-sonoro e su una regia nervosa (con fastidiosi movimenti di macchina): un gioco di attese qua e là interrotto dalle rare e decisamente ridicole manifestazioni del mostro, che preclude al più classico e deludente dei finali catastrofici.
Thriller paranormale con ambizioni da dramma psicologico, il film di Mark Pellington (regista televisivo, al secondo lungometraggio dopo Arlington Road – L'inganno del 1999) è tratto dall’omonimo libro di John Keel, che a sua volta reinterpreta in termini complottistici la celebre leggenda metropolitana del Mothman, oggetto di presunti avvistamenti in Virginia e Ohio tra il 1966 e il 1967. L’affascinante materia di base, ottima per un horror allegorico, è però totalmente sprecata, ridotta a uno sconclusionato pasticcio con protagonista un Richard Gere evidentemente fuori parte e spesso imbambolato. Si punta tutto sull'atmosfera cupa e angosciante, costruita sull’impianto visivo-sonoro e su una regia nervosa (con fastidiosi movimenti di macchina): un gioco di attese qua e là interrotto dalle rare e decisamente ridicole manifestazioni del mostro, che preclude al più classico e deludente dei finali catastrofici.