Nome in codice: Nina

Maggie Hayward (Bridget Fonda), giovane tossicodipendente, viene condannata a morte per l'omicidio di un poliziotto. L'esecuzione viene però solo inscenata e lei si risveglia al cospetto di un agente dei servizi segreti, Bob (Gabriel Byrne), che l'ha scelta per addestrarla come agente speciale. La donna accetta, suo malgrado, e viene instradata alla carriera di killer professionista. Dopo aver brillantemente portato a termine alcune missioni, si innamora e cerca di abbandonare quella vita. Bob le sottopone un'ultima missione: uccidere un trafficante di materiale nucleare. Non tutto, però, va secondo i piani.

Remake dell'action movie di grande successo Nikita di Luc Besson, Nome in codice: Nina è una delle classiche operazioni di americanizzazione dotate di pochissimo spessore e pensate solo per lo sfruttamento commerciale intensivo di una storia di successo. Il film ricalca nella trama l'originale, ma appare da subito meno spigoloso (e il profilo della Fonda è più dolce di quello di Anne Parillaud) e violento. Il nome Nikita era un omaggio a un brano di Elton John, mentre Nina rende omaggio alla cantante afroamericana Nina Simone. Harvey Keitel appare nel ruolo del “pulitore”, sostanzialmente lo stesso – anche se qui dal look impiegatizio e armato – del successivo, e indimenticabile, Mr. Wolf di Pulp Fiction (1994).