La notte che Evelyn uscì dalla tomba

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103

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Ossessionato dal ricordo della defunta moglie fedifraga Evelyn e vittima di allucinazioni che lo perseguitano, Lord Alan Cunningham (Anthony Steffen) circuisce donne dalla chioma rossa (come Evelyn) nel tentativo di ucciderle, secondo un incontrollato transfert omicida. Per tornare alla normalità e dimenticare il passato, si sposa con Gladys (Marina Malfatti). La situazione si farà sempre più inquietante, fino alla sorpresa finale.

Danza macabra con lampi horror ma canovaccio da thriller, il quarto (e più celebre) lungometraggio di Emilio P. Miraglia è un film di genere che si è guadagnato lo status di piccolo cult. L'intreccio è sfacciatamente costruito ad hoc pensando all'epilogo a effetto e alcune soluzioni risultano alquanto pretestuose, ma quello che conta è la buona cura formale (insolita per un B-movie), la suggestiva ambientazione ispirata ad Edgar Allan Poe, gli inserti allucinati, l'erotismo con risvolti sadici e morbosi che gioca (sommariamente) con la psicanalisi. Interessanti le soluzioni di scenografie e arredi negli interni della dimora di Lord Cunningham, che uniscono arte classica e design tipicamente anni '70. La location principale è Villa Porto Colleoni situata a Thiene (Vicenza), palazzo unico nel suo genere, a metà tra castello medievale e villa palladiana. Bella partitura musicale di Bruno Nicolai.
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