Paradiso proibito

Una giovane istitutrice inglese (Bette Davis) viene assunta da una famiglia parigina. Qui la ragazza, suo malgrado, attirerà i sentimenti del padrone di casa (Charles Boyer) provocando così l'ira gelosa della moglie (Barbara O'Neil): quest'ultima è decisa a far nascere uno scandalo, ma l'uomo, preso da un impeto di rabbia, uccide la consorte per poi togliersi la vita.

Basandosi su un soggetto tanto canonico quanto rischioso, Anatole Litvak riesce a firmare un'opera convincente, interessante e brillante nell'evitare le trappole più vistose che un simile progetto poteva nascondere. Sin dalle poche righe della trama è infatti facilmente intuibile come lo script sarebbe potuto scadere banalmente in un abuso di retorica, patetismo o facili sentimenti, ma il regista, invece, utilizza lo spunto per costruire un lungometraggio confezionato solidamente e valorizzato dalle interpretazioni di un cast in ottima forma. Allo stesso tempo però, una volta inserita la marcia migliore, si sente un lieve calo e la ridondanza prende presto il sopravvento. Ma i pregi sono diversi (notevole anche la fotografia) e ci si può accontentare, nonostante una prolissità fin troppo evidente.