Passages

Parigi, il giovane regista Tomas (Franz Rogowski), in crisi sentimentale con il marito Martin (Ben Whishaw), cerca nuovi stimoli nella relazione con la seducente Agathe (Adele Exarchopoulos). Ma quando quest'ultima resterà incinta, Tomas, messo all'angolo dalle responsabilità e ancora innamorato del marito, cercherà di coinvolgerlo nel tentativo di creare una famiglia allargata.

Il regista americano Ira Sachs sembra voler indagare i passaggi stretti e tortuosi della vita sentimentale di una coppia all'interno della quale soggiace una ferita profonda: nella coppia in questione potrebbe essere un atteggiamento marcatamente egoista di uno dei due che alla lunga tende a contaminare entrambi portando a uno sgretolamento sofferente e inesorabile della relazione; ma anche la tematica della genitorialità in una coppia omosessuale, che se pur appena accennata, sembra essere il vero innesco nascosto della crisi. E se nel cinema, come vediamo nella sequenza di apertura del film, una scena può essere girata più e più volte alla ricerca della posa perfetta, nella vita reale l'eco di un'incomprensione si propaga come cerchi sull'acqua fino al completo esaurimento delle sue conseguenze. La pellicola ha sì il pregio di trasmettere bene l'oppressione del protagonista, ma l'eccessiva volatilità di quest'ultimo ne rende difficoltosa l'empatia, facendo avvertire un po' di pesantezza sul finale. Buona comunque la messinscena e notevolissima la prova dei tre attori, a partire da quella di un eccellente Franz Rogowski in un ruolo tutt'altro che semplice.