Quel fantastico peggior anno della mia vita
Me and Earl and the Dying Girl
Durata
104
Formato
Regista
Durante l'ultimo anno di liceo Greg (Thomas Mann), adolescente introverso che passa la maggior parte del suo tempo con il coetaneo Earl (RJ Cyler), con cui realizza dei bizzarri film amatoriali, viene costretto dalla madre a frequentare Rachel (Olivia Cooker), una sua compagna di scuola affetta da leucemia. Da quel momento la vita di Greg cambierà improvvisamente.
Tratto dall'omonimo romanzo di Jesse Andrews, che ha firmato anche la sceneggiatura, il secondo lungometraggio di Alfonso Gomez-Rejon è un film indie particolarmente interessante e capace di equilibrare al meglio i registri del dramma e della commedia. Leggero e spensierato in partenza, diventa sempre più toccante col passare dei minuti, raggiungendo l'apice nell'emozionante sequenza all'ospedale verso la conclusione. Divisa in vari capitoli (divertenti le didascalie scelte), la pellicola colpisce per una messinscena creativa, per un buon ritmo e per la capacità del regista di rendere il tutto delicato e ambizioso allo stesso tempo. Alcuni compiacimenti stilistici alla lunga infastidiscono, ma è da premiare il coraggio di optare sempre per la scelta visiva più originale e di non prendere mai facili scorciatoie narrative. Se qualche personaggio risulta piuttosto forzato (la madre di Rachel, in primis), sono semplicemente irresistibili i “remake” fatti da Greg e Earl dei grandi capolavori del passato: pur sapendo di già visto, questa parte è resa da Gomez-Rejon con notevole spessore e con buona consapevolezza. Godibile e originale, il film ha vinto il Premio del pubblico e il Gran premio della giuria al Sundance Film Festival 2015. Pessimo il titolo scelto per la distribuzione italiana. Musiche di Brian Eno e Nico Muhly.
Tratto dall'omonimo romanzo di Jesse Andrews, che ha firmato anche la sceneggiatura, il secondo lungometraggio di Alfonso Gomez-Rejon è un film indie particolarmente interessante e capace di equilibrare al meglio i registri del dramma e della commedia. Leggero e spensierato in partenza, diventa sempre più toccante col passare dei minuti, raggiungendo l'apice nell'emozionante sequenza all'ospedale verso la conclusione. Divisa in vari capitoli (divertenti le didascalie scelte), la pellicola colpisce per una messinscena creativa, per un buon ritmo e per la capacità del regista di rendere il tutto delicato e ambizioso allo stesso tempo. Alcuni compiacimenti stilistici alla lunga infastidiscono, ma è da premiare il coraggio di optare sempre per la scelta visiva più originale e di non prendere mai facili scorciatoie narrative. Se qualche personaggio risulta piuttosto forzato (la madre di Rachel, in primis), sono semplicemente irresistibili i “remake” fatti da Greg e Earl dei grandi capolavori del passato: pur sapendo di già visto, questa parte è resa da Gomez-Rejon con notevole spessore e con buona consapevolezza. Godibile e originale, il film ha vinto il Premio del pubblico e il Gran premio della giuria al Sundance Film Festival 2015. Pessimo il titolo scelto per la distribuzione italiana. Musiche di Brian Eno e Nico Muhly.