Dopo aver ucciso in un atto di estrema pietà un coniglio agonizzante, il piccolo Daigo (Takeru Shibuya) si ritrova completamente emarginato dai suoi coetanei. La situazione a casa non va molto meglio visto che sua sorella Kiriko (Hikari Mitsushima) ha perso misteriosamente la voce e il padre (Teruyuki Kagawa) si è rinchiuso in se stesso dopo la morte della moglie. Un giorno, durante la proiezione di un horror in 3D, Daigo allunga la mano e tira fuori dallo schermo un inquietante coniglio di pezza. Sarà l'inizio di un terrificante incubo.

Stesso cocktail a base di traumi infantili, sensi di colpa e terrificanti allucinazioni già proposto da Shimizu nel precedente The Shock Labyrinth: Extreme 3D (2009) di cui riprende a piene mani soluzioni visive e narrative. Questa volta Shimizu tenta un aggiornamento tematico (l'orrore si propaga attraverso la proiezione stereoscopica, con buona pace dell'obsoleto VHS della saga di The Ring) e chiama in causa modelli occidentali (La Sirenetta di Hans Christian Andersen, Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll e, iconograficamente, Donnie Darko di Richard Kelly), ma alla fine allestisce la solita struttura a scatole cinesi di cui si serve più per comodità (inanellare sequenze scioccanti senza preoccuparsi di coerenza e consequenzialità) che per necessità, perpetuando per l'ennesima volta un gioco meccanico e svuotato di senso. Fotografia di Cristopher Doyle, per la prima volta alle prese con il 3D.
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