Renoir
Runowâru
Durata
116
Formato
Regista
Tokyo, fine anni Ottanta. Fuki (Yui Suzuki) ha undici anni e una difficile situazione famigliare: suo padre sta combattendo contro una malattia gravissima, che lo fa entrare e uscire dall’ospedale, mentre sua madre soffre di crisi di stress sempre peggiori. Fuki rimane così spesso da sola, insieme alla sua fortissima immaginazione…
Dopo aver esordito con il riuscito Plan 75 (2022), la regista giapponese Chie Hayakawa dirige un’altra pellicola incentrata sul tema della malattia e della morte, confermando un tocco stilistico elegante e delicato. Attraverso una struttura fortemente impressionistica, questo coming-of-age ci fa entrare nella mente della sua giovanissima protagonista, portando anche noi spettatori a perderci nel capire se quanto ci troviamo di fronte sia la realtà oppure la fantasia pre-adolescenziale del personaggio principale. A tratti la situazione è troppo confusa e macchinosa, mentre in altri casi il film vola – emotivamente parlando – grazie ad alcuni passaggi toccanti e realizzati con buona cura registica. Alcune svolte appaiono forzate (l’incontro con un possibile abuso sessuale), ma il disegno d’insieme è incisivo e dotato di buona sensibilità: Hayakawa racconta una storia in parte autobiografica (suo padre era malato ed è morto quando lei era piccola), ma riesce comunque a rappresentare il tutto con un buon distacco, mescolando il mondo interiore e quello esteriore di una ragazzina tutt’altro che semplice da raccontare e da interpretare. Il titolo fa riferimento a un pittore che ha spesso rappresentato proprio quell'età così difficile anche da imprimere sulla tela. Presentato in concorso al Festival di Cannes 2025.