Ritorno a Khodorciur – Diario Armeno
Durata
80
Formato
Regista
Raphael Gianikian, padre del regista Yervant e unico testimone vivente, ai tempi delle riprese, del genocidio armeno del 1915, legge un diario scritto da lui negli anni Settanta, quando aveva deciso di tornare al Paese natale dopo la drammatica fuga.
Testimonianza fondamentale, importantissima dal punto di vista etnografico, storico ma anche sentimentale, che racconta una pagina buia e sconosciuta della nostra storia, Ritorno a Khodorciur – Diario Armeno non è classificabile come documentario-intervista ma come una vera e propria incursione nell'intimità di un uomo e del suo dolore. Tra i pochi superstiti ai terribili fatti del 1915, quando l'Impero ottomano deportò e uccise oltre un milione di persone, Raphael è l'unico protagonista, mentre la cinepresa non lo lascia solo un momento, accompagnandolo nella sua drammatica narrazione, trasposizione in italiano delle memorie scritte nella sua lingua nativa. Con tono pacato ed estrema lucidità, il sopravvissuto presenta al mondo la sua tragedia personale che rispecchia il dramma di un popolo, non lasciando alcuno spazio alla retorica e finendo, con la sua asciuttezza, per colpire ancora di più. Una visione certo non facile ma di sicuro impatto e interesse culturale.
Testimonianza fondamentale, importantissima dal punto di vista etnografico, storico ma anche sentimentale, che racconta una pagina buia e sconosciuta della nostra storia, Ritorno a Khodorciur – Diario Armeno non è classificabile come documentario-intervista ma come una vera e propria incursione nell'intimità di un uomo e del suo dolore. Tra i pochi superstiti ai terribili fatti del 1915, quando l'Impero ottomano deportò e uccise oltre un milione di persone, Raphael è l'unico protagonista, mentre la cinepresa non lo lascia solo un momento, accompagnandolo nella sua drammatica narrazione, trasposizione in italiano delle memorie scritte nella sua lingua nativa. Con tono pacato ed estrema lucidità, il sopravvissuto presenta al mondo la sua tragedia personale che rispecchia il dramma di un popolo, non lasciando alcuno spazio alla retorica e finendo, con la sua asciuttezza, per colpire ancora di più. Una visione certo non facile ma di sicuro impatto e interesse culturale.