La parola amore esiste
Durata
87
Formato
Regista
La borghese Angela (Valeria Bruni Tedeschi), abbiente e viziata, cura le proprie nevrosi con l'aiuto di un analista (Mimmo Calopresti). Nel palazzo dove si trova il suo studio, c'è l'abitazione di Marco (Fabrizio Bentivoglio), un violoncellista divorziato con una figlia, di cui la donna s'innamora. Ma le fragilità di Angela renderanno tutto più difficile.
A metà tra dramma e commedia, Mimmo Calopresti offre una visione raffinata, ma non troppo originale, sulle paranoie e le nevrosi tipiche del mondo d'oggi. Il rapporto tra i due protagonisti è un non-rapporto, basato su fantasie e lettere d'amore anonime: manca la comunicazione diretta, tutto viene filtrato attraverso un muro per non esporsi, ma questo genera fraintendimenti e difficoltà. I sentimenti sono vissuti come tra i bambini, dichiarandosi attraverso foglietti, rimanendo delusi per la mancanza di riscontri e facendo i capricci quando le cose non vanno come ci si sarebbe aspettati. Il regista riesce a esplorare con cura la psicologia dei personaggi, grazie anche alle belle interpretazioni di Fabrizio Bentivoglio e di Valeria Bruni Tedeschi, evitando di farli passare per degli adulti poco cresciuti, ma mostrandone tutte le difficoltà e i limiti sospendendo un giudizio nei loro confronti, preferendo trattarli con affetto. Sa un po' troppo di già visto, ma si mantiene in buon equilibrio tra sentimentalismo e disillusione. Lasciando, alla fine, un sorriso dolceamaro.
A metà tra dramma e commedia, Mimmo Calopresti offre una visione raffinata, ma non troppo originale, sulle paranoie e le nevrosi tipiche del mondo d'oggi. Il rapporto tra i due protagonisti è un non-rapporto, basato su fantasie e lettere d'amore anonime: manca la comunicazione diretta, tutto viene filtrato attraverso un muro per non esporsi, ma questo genera fraintendimenti e difficoltà. I sentimenti sono vissuti come tra i bambini, dichiarandosi attraverso foglietti, rimanendo delusi per la mancanza di riscontri e facendo i capricci quando le cose non vanno come ci si sarebbe aspettati. Il regista riesce a esplorare con cura la psicologia dei personaggi, grazie anche alle belle interpretazioni di Fabrizio Bentivoglio e di Valeria Bruni Tedeschi, evitando di farli passare per degli adulti poco cresciuti, ma mostrandone tutte le difficoltà e i limiti sospendendo un giudizio nei loro confronti, preferendo trattarli con affetto. Sa un po' troppo di già visto, ma si mantiene in buon equilibrio tra sentimentalismo e disillusione. Lasciando, alla fine, un sorriso dolceamaro.