Delle enormi larve di una creatura preistorica ritenuta estinta causano la morte di alcuni minatori. Ma dalle profondità della terra si risveglia una minaccia ancora maggiore: un gigantesco essere dalle fattezze di pterodattilo che inizia a seminare morte e distruzione.

Come Godzilla (1954), anche Rodan il mostro alato rappresenta un film di una certa importanza, anche se meno incisivo rispetto al precedente lavoro del regista Ishir Honda. La pellicola riaffronta il tema del nucleare seppur, in questo caso, rimanga un aspetto marginale a favore di una narrazione che predilige gli aspetti più spettacolari del genere: la distruzione portata dai mostri è resa in maniera eccellente dalle ricostruzioni in scala, ma in generale tutti gli effetti visivi sono di fattura encomiabile, resi anche più gradevoli dall'introduzione, per la prima volta in un kaiju eiga, del colore. Cresce la qualità realizzativa, quindi, a discapito della componente di denuncia che dava a Godzilla una marcia in più. Anche Rodan ebbe comunque un grande successo e fu protagonista di diversi seguiti.
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