Il timido e ingenuo Urca (Renato Pozzetto) decide di evadere dall'idilliaca realtà delle sue montagne per visitare Milano. Respirerà l'aria cittadina e incontrerà bizzarri personaggi, tra cui un autista (Massimo Boldi) e un commendatore (Felice Andreasi). Ma forse è solo un sogno.

Insolita (e decisamente poco riuscita) commistione tra commedia e documentario. Renato Pozzetto, regista, sceneggiatore e interprete, tenta un'apologia del capoluogo lombardo («Qui a Milano ci sono i migliori di tutti, perché sono sempre in prima linea!»), trasformando il suo personaggio in una sorta di Candide contemporaneo che filtra momenti e situazioni con il suo occhio infantile. Ma lo stile è pedestre (gli inserti surreali, dovuti principalmente ai duetti tra Pozzetto e Boldi, risultano stonati), l'intento metacinematografico appare gratuito e la critica sociologica pretestuosa (la denuncia dell'inquinamento dilagante e dell'eccessiva automatizzazione a scapito dell'elemento umano). Più che un film, un giochino inutile e presuntuoso. Giacomo Pozzetto, figlio di Renato, è il ragazzino che pesca; Piero Mazzarella è Bonaventura. Cameo del calciatore Karl-Heinz Rummenigge. Musiche di Enzo Jannacci.
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