Running on Karma

Ex monaco buddista divenuto spogliarellista, Big (Andy Lau) ha abbandonato il ritiro spirituale dedicandosi al culto del corpo dopo aver scoperto di poter vedere il karma degli esseri viventi. Per un caso fortuito si trova a collaborare con una giovane poliziotta (Cecilia Cheung) che aiuterà a espiare i peccati di una sua vita precedente.

Ennesima collaborazione registica, oltre che produttiva, per Johnnie To e Wai Ka Fai, Running on Karma rientra certamente tra le opere prettamente commerciali sfornate annualmente dalla casa di produzione Milkyway, anche se le sue peculiarità fanno pensare a una pellicola che non punta certo al botteghino. Il film infatti è un mix di generi, cosa non nuova nel cinema dei due registi, in cui si passa dal thriller poliziesco alla commedia toccando anche il cinema di arti marziali: proprio quest'ultimo genere porta allo sviluppo di una riflessione su come le nostre vite siano legate (in questo caso dal karma) a un destino immutabile. Il mash-up di registri, però, funziona fino a un certo punto: elementi diametralmente opposti stridono fragorosamente piuttosto che completarsi a vicenda. Per non parlare poi della “prosthetic suit” indossata da Andy Lau: l'obiettivo era farlo apparire muscoloso, ma il risultato è invece caricaturale e anche un po' ridicolo.