La storica competizione equestre sta per avere inizio a Siena come ogni anno. Il fantino della contrada della Lupa, Zarre (Guido Celano), è il favorito ma, a causa delle pene amorose dovute a Fiora (Leda Gloria) e per via di un meschino agguato teso dalla contrada della Civetta, sembra destinato a rinunciare alla corsa.

Dopo aver raccontato due storie, seppur diverse, che trattavano il tema del riscatto (Terra madre e Resurrectio, entrambi del 1931), Alessandro Blasetti dirige un'altra pellicola che in qualche maniera racconta la medesima questione, questa volta ambientandola a Siena durante la manifestazione più importante dell'anno. Il regista però sembra essere più affascinato dai campanili della città (presentati in maniera plastica e furba quasi come in uno spot per il turismo) che dai personaggi in scena, appena abbozzati e poco approfonditi. L'atmosfera del palio stenta a palesarsi se non attraverso scelte stereotipate e stucchevoli (come l'agguato ai danni di Zarre) che irrigidiscono di molto la narrazione e restituiscono un affresco spicciolo e folcloristico di quella che è una tra le manifestazioni tradizionali più sentite d'Italia. Senza sforzarsi più di tanto, Blasetti arranca lungo l'intera durata del suo lavoro, finendo ben presto per annoiare lo spettatore. Trascurabile.
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