
Scent of a Woman – Profumo di donna
Scent of a Woman
Premi Principali

Oscar al miglior attore protagonista 1993

Golden Globe al miglior attore in un film drammatico 1993
Durata
155
Formato
Regista
Charlie (Chris O'Donnell), uno studente squattrinato, accetta un lavoretto nel fine settimana per pagarsi il ritorno a casa per il Ringraziamento: deve assistere lo scorbutico Frank Slave (Al Pacino), colonnello in pensione, non vedente e dal carattere impossibile. Dopo un avvio spinoso tra i due nascerà una bella amicizia.
Remake di Profumo di donna (1974) di Dino Risi con Vittorio Gassman nei panni del protagonista, Scent of a Woman – Profumo di donna percorre una strada anomala rispetto ad altri rifacimenti analoghi, non sfigurando rispetto all'originale. Buona parte del merito va naturalmente attribuita a un sardonico Pacino (premiato con Oscar e Golden Globe), memorabile nell'incarnare il militare sbrigativo e indurito dalla vita, ma va riconosciuta anche l'importanza di una sceneggiatura ben scritta e dotata di una notevole parte conclusiva. Più prosaico e sbrigativo del suo ispiratore interpretato da Gassman, Slave è un personaggio abrasivo difficilmente dimenticabile e la sequenza del ballo con Donna (Gabrielle Anwar) è una delle più sensuali e toccanti d'inizio anni Novanta. Il rapporto che si origina tra i due protagonisti, fra il paterno e il cameratesco, appare spontaneo e vivace come il gergo di Slave e la pellicola, tutto sommato, riesce a barcamenarsi senza eccessivi squilibri tra il melodramma e il romanzo di formazione. Qualche prolissità di troppo nella parte centrale è evidente, ma ci si può passare sopra se si è be disposti. Nella parte di un compagno e amico di Charlie appare un giovanissimo Philip Seymour Hoffman.
Remake di Profumo di donna (1974) di Dino Risi con Vittorio Gassman nei panni del protagonista, Scent of a Woman – Profumo di donna percorre una strada anomala rispetto ad altri rifacimenti analoghi, non sfigurando rispetto all'originale. Buona parte del merito va naturalmente attribuita a un sardonico Pacino (premiato con Oscar e Golden Globe), memorabile nell'incarnare il militare sbrigativo e indurito dalla vita, ma va riconosciuta anche l'importanza di una sceneggiatura ben scritta e dotata di una notevole parte conclusiva. Più prosaico e sbrigativo del suo ispiratore interpretato da Gassman, Slave è un personaggio abrasivo difficilmente dimenticabile e la sequenza del ballo con Donna (Gabrielle Anwar) è una delle più sensuali e toccanti d'inizio anni Novanta. Il rapporto che si origina tra i due protagonisti, fra il paterno e il cameratesco, appare spontaneo e vivace come il gergo di Slave e la pellicola, tutto sommato, riesce a barcamenarsi senza eccessivi squilibri tra il melodramma e il romanzo di formazione. Qualche prolissità di troppo nella parte centrale è evidente, ma ci si può passare sopra se si è be disposti. Nella parte di un compagno e amico di Charlie appare un giovanissimo Philip Seymour Hoffman.