Una calibro 20 per lo specialista
Thunderbolt and Lightfoot
Durata
115
Formato
Regista
Esperto rapinatore, l'Artigliere (Clint Eastwood,) si mette in società con il giovane e ribelle Caribù (Jeff Bridges) per recuperare il bottino di un precedente colpo nascosto in una scuola. Ma l'edificio non esiste più e, insieme al Rosso (George Kennedy) e a Goody (Geoffrey Lewis), i due tentano di svaligiare una banca, armati di un letale mortaio calibro 20.
«Quando verrà il regno di Dio, il lupo dimorerà con l'agnello». È straniante sentire queste parole risuonare in una candida chiesetta del Montana dalla voce di Clint Eastwood: ma basta un'improvvisa sparatoria e una rocambolesca fuga nei campi per scoprire che sotto la tonaca si nasconde un criminale inseguito da complici e polizia. Con un prologo di rara efficacia per una storia che intreccia heist movie a racconto di formazione e di amicizia maschile, si apre la carriera di Michael Cimino, forse il regista più “maledetto” di Hollywood, autore di una manciata di film (quasi tutti cult e quasi tutti sfortunati). Il suo è un cinema virile figlio della grande tradizione di Ford e Hawks, contaminata con il pessimismo di Peckinpah: cinico e insieme romantico, anarchico e impregnato di quell'amarezza tipica degli anni Settanta. Smussando le ovvie acerbità di un'opera d'esordio con l'ironia e un profondo disegno dei personaggi, il regista-sceneggiatore fa incontrare il machismo di Eastwood con l'estro giovanile del promettente Bridges, nel bizzarro surrogato di un rapporto familiare destinato a un finale drammatico. È un'opera tra action e western che racconta lo sbandamento generazionale nell'era del Vietnam, diretta da un trentenne dall'anima già crepuscolare. L'Artigliere nella versione originale è Thunderbolt, mentre Caribù si chiama in realtà Lightfoot.
«Quando verrà il regno di Dio, il lupo dimorerà con l'agnello». È straniante sentire queste parole risuonare in una candida chiesetta del Montana dalla voce di Clint Eastwood: ma basta un'improvvisa sparatoria e una rocambolesca fuga nei campi per scoprire che sotto la tonaca si nasconde un criminale inseguito da complici e polizia. Con un prologo di rara efficacia per una storia che intreccia heist movie a racconto di formazione e di amicizia maschile, si apre la carriera di Michael Cimino, forse il regista più “maledetto” di Hollywood, autore di una manciata di film (quasi tutti cult e quasi tutti sfortunati). Il suo è un cinema virile figlio della grande tradizione di Ford e Hawks, contaminata con il pessimismo di Peckinpah: cinico e insieme romantico, anarchico e impregnato di quell'amarezza tipica degli anni Settanta. Smussando le ovvie acerbità di un'opera d'esordio con l'ironia e un profondo disegno dei personaggi, il regista-sceneggiatore fa incontrare il machismo di Eastwood con l'estro giovanile del promettente Bridges, nel bizzarro surrogato di un rapporto familiare destinato a un finale drammatico. È un'opera tra action e western che racconta lo sbandamento generazionale nell'era del Vietnam, diretta da un trentenne dall'anima già crepuscolare. L'Artigliere nella versione originale è Thunderbolt, mentre Caribù si chiama in realtà Lightfoot.