Venticinque anni dopo la serie di efferati e crudeli omicidi che sconvolse la tranquilla cittadina di Woodsboro, un nuovo assassino con la maschera di Ghostface prende di mira un gruppo di adolescenti, facendo ripiombare la città nel terrore e riaffiorare le paure di un passato che sembrava ormai sepolto.

La saga di Scream torna a vivere sotto l’egida dei registi Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, già autori del frammentario horror V/H/S (2012) e del mindgame film Finché morte non ci separi (2019), che ereditano il testimone del leggendario cineasta Wes Craven, ormai scomparso, e rinverdiscono il franchise con una buona dose di filologia e la consapevolezza postuma - azzardando potremmo dire quasi “critica” - di ciò che Scream abbia rappresentato per la tendenza postmoderna dell’infinita riproducibilità seriale del genere horror e dell’esercizio della tensione che puntualmente lo abita. A dieci anni di distanza dall’ultimo, spompo capitolo, Scream, dal cui titolo è stato espunto saggiamente il riferimento numerico, è tante cose insieme, senza rischiare il logorio interno ma anche senza una precisa identità: reboot, sequel, remake, ma soprattutto omaggio tanto ideale (per i fan) quanto ovvio alla matrice nobile dell’originale, di sicuro diligente ma anche perfettamente inscritto nel portato dell’operazione e mai in grado di scuotere davvero. Pur senza innovare il modello dello slasher né andarci tantomeno vicino, sfida di per sé improba alla luce delle nuove sfide imposte dall’horror contemporaneo, Scream ha una perfetta tenuta stilistica - quella sì sorprendente - nella gestione estetica della violenza, puntualmente sorniona e a tratti gaudente in certi slanci, mentre si appoggia fin troppo di frequente, come molte operazioni archeologiche contemporanee, sull’evocazione incartapecorita di dettagli e luoghi del passato, facendo della nostalgia una coperta larghissima sotto la quale coccolare il tepore affettuoso dei fan senza spostare alcun equilibrio che vada l’oltre l’innamoramento per la propria stessa mitologia: componente che, a sapersi accontentare, in casi simili può comunque bastare eccome, e che trattandosi di Scream ha ovviamente il sapore costante del meta-cinema e della strizzata d’occhio, a questo giro entrambi più affettuosi che affilati. Sceneggiatura di James Vanderbilt e Guy Busick e “grandi ritorni” nel cast di Neve Campbell, Courtney Cox e David Arquette, nei panni rispettivamente dell’eroina Sidney Prescott, della reporter Gale Weathers e dello sceriffo in pensione Dewey “Linus” Riley.
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