Mimmo (Pierfrancesco Favino) lavora come muratore e factotum per l'amato zio (Ninetto Davoli), per il quale svolge anche mansioni illegali: misantropo e silenzioso, reprime una vena di brutalità che spesso emerge inaspettatamente. Un giorno, l'arrogante cugino Manuel (Adriano Giannini), ripugnante e privo di scrupoli, gli chiede di andare a prendere la escort Tanya (Greta Scarano), una ragazzina di provincia ingenua e vivace. Mimmo non immagina che, nel giro di poche ore, la sua vita verrà completamente sconvolta. 

Debutto registico del giovane attore romano Michele Alhaique, Senza nessuna pietà non cerca di compiacere il pubblico, almeno nelle intenzioni, raccontando una storia di squallore umano che non lascia molto spazio a sorrisi e buoni sentimenti. Ma proprio la sceneggiatura finisce per diventare il punto debole del film: troppo sbrigativa, non permette un adeguato approfondimento dei rapporti tra i personaggi, sui quali si dovrebbe reggere in larga parte un film di questo tipo. Il cast è in buona forma, con un Favino oscuro e a tratti spaventoso, un Giannini "belva umana", e un Claudio Gioè che, nella parte della macchietta siciliana del Roscio, stupisce quando si trasforma improvvisamente in un mostruoso pericolo. La fotografia fredda e asettica immortala una Roma squallida e desolata, ambiente ideale per la subumanità feroce che vi si annida. Presentato nella sezione Orizzonti della Mostra di Venezia 2014.

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