Sei episodi. In un luna-park un imbonitore (Gérard Philipe) invita gli astanti a giocare al gioco dei sette peccati capitali. In Avarizia ed ira (Eduardo De Filippo) un povero uomo (De Filippo) è vessato dal suo padrone di casa (Paolo Stoppa), a sua volta alle prese con la moglie isterica (Isa Miranda); ne La superbia (Claude Autant-Lara) la nobile decaduta Anna Maria (Michèle Morgan) decide di partecipare a un ballo d'alta società malgrado il parere contrario dell'anziana madre (Françoise Rosay); in La gola (Carlo Rim) un uomo (Henri Vidal) rimasto in panne con la sua auto viene ospitato da alcuni contadini che producono un formaggio eccezionale; in La lussuria (Yves Allégret) una tredicenne (Francette Vernillat) è erroneamente convinta di essere incinta dell'amante (Frank Villard) della madre (Viviane Romance); in L'invidia (Roberto Rossellini) una donna (Andrée Debar) non riesce a sopportare che suo marito (Orfeo Tamburi) riservi più attenzioni al suo gatto che a lei; in La pigrizia (Jean Dreville) il direttore (Noël-Noël) dell'accettazione per l'ingresso in paradiso deve fare i conti con un'umanità sempre più indolente.


Una co-produzione italo-francese sui sette peccati capitali innocua, quasi mai graffiante o quanto meno interessante, e per lo più poco ispirata. L'episodio migliore, o perlomeno il meno bozzettistico e svogliato, è quello firmato da De Filippo, messo in scena con un riuscito e originale taglio neorealista e sorretto da un cast azzeccato. Ma il resto del film ondeggia tra il retorico e l'insignificante, confezionato sbrigativamente e senza una sostanziale coerenza interna. Particolarmente sottotono l'episodio firmato da Rossellini, che ripropone uno dei topoi del suo cinema (l'incapacità di amare gli animali che è foriera di un'incapacità di amare gli uomini) ma in modo superficiale e poco brillante. Convenzionale e banale, la pellicola, malgrado riunisca alcune delle più importanti firme del periodo, regala pochissimi guizzi d'inventiva, scivolando spesso e volentieri nel patetismo più deleterio quando non nella noia e nella ridondanza. Gli spezzoni di collegamento tra i vari episodi sono diretti da Georges Lacombe.
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