Ruggero De Ceglie (Francesco Mandelli) manda a monte il matrimonio del figlio Gianluca (Fabrizio Biggio) e lo trascina a Roma con sé. I due vivranno mille disavventure e finiranno inseguiti dalla mafia russa.

Dopo il successo de I soliti idioti in TV, Biggio e Mandelli decidono di portare il format al cinema, finendo inevitabilmente per soccombere alla lunga durata. Se già gli sketch televisivi erano esili ed elementari, basati su una comicità triviale e corporale, è evidente che la grottesca galleria di personaggi non può reggere il peso di una sceneggiatura, per quanto banale che sia. Il film diventa così un pretesto per riproporre le macchiette italiote più celebri create e interpretate dal duo, dalla pigra impiegata delle poste (Biggio) al tamarro Alexio (Mandelli): privo di qualsiasi valore critico e dello sguardo cinico nell'inquadrare i vizi della società odierna, non è altro che un autocompiaciuto sfoggio di presunto (e presuntuoso) talento. Nonostante la bassezza dei contenuti e la totale assenza di qualsiasi idea cinematografica, è stato salutato con grande clamore dal pubblico, classificandosi come film italiano più visto tra il settembre e il novembre del 2011. Piccole apparizioni dei Verdena e di Rocco Tanica (Sergio Conforti).
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