L’identità di Spider-Man (Tom Holland) è stata rivelata: le sue responsabilità da supereroe si trovano così in conflitto con la sua vita quotidiana, mettendo a rischio coloro a cui tiene di più. Quando Spider-Man chiede l'aiuto di Stephen Strange (Benedict Cumberbatch) per ripristinare il suo segreto, l'incantesimo apre uno squarcio nel loro mondo, liberando i più potenti nemici mai affrontati da uno Spider-Man in qualsiasi universo.

Il tema della memoria di chi ci ha lasciato è diventato uno dei temi pregnanti della Marvel, da quando Thanos con quello schiocco di dita ha cambiato completamente il mondo che conoscevamo. In questo terzo capitolo con protagonista Tom Holland lo spunto diventa ancora più determinante: Spider-Man: No Way Home non è solo un film per mescolare gli universi narrativi in cerca di un immediato intrattenimento, ma un prodotto che ragiona sulla memoria (storica?) di ciò che è stato e di come si possa preservare. Può apparire quasi stucchevole nella prima parte il tema della “guarigione” (quasi esasperato in questo senso), ma col passare dei minuti il film trova tutto il respiro necessario per crescere (insieme al personaggio) e affrontare riflessioni complesse con buon equilibrio. Alcuni meccanismi narrativi possono risultare un po’ studiati a tavolino, ma il coinvolgimento di cui è capace questa pellicola riesce a nascondere certe furbizie che spariscono (anche loro…) di fronte al pathos emotivo che riesce a suscitare. In crescita è anche la regia di Jon Watts che, dopo aver già mostrato parte del suo talento con i due capitoli precedenti (Spider-Man: Homecoming e Spider-Man: Far From Home), regala qui una serie di sequenze più che mai vertiginose, sfruttando efficacemente le magie del Doctor Strange e del suo “mondo a specchio”, altra metafora di quello che arriverà poco dopo. È un film anche sui traumi personali che ci portiamo dentro e su come la condivisione di questi possa generare una vera e propria “cura”, individuale e collettiva. Efficace anche il lato sentimentale di una pellicola che sa quando fermarsi nella dose di zucchero messa in campo. Tra tutto il cast, una menzione speciale a Willem Dafoe in uno dei ruoli più iconici della sua carriera.
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